L’allattamento è un momento tanto importante, quanto speciale che mamma e figlio vivono insieme. Richiede diverse attenzioni, da un’alimentazione controllata alla scelta della giusta posizione, con numerosi vantaggi per la salute tanto del bambino quanto della madre.
Allattare fino a quando il piccolo lo richiede è assolutamente fisiologico, ma è indispensabile tenere conto anche dei bisogni e delle necessità della mamma che, per i motivi più svariati (in primis la stanchezza) può decidere di interrompere l’allattamento prima del tempo senza, tuttavia, doversi sentire in colpa.
Smettere di allattare non è sempre semplice: se molte mamme riescono a “staccarsi” dal proprio bambino senza sforzi, né traumi, altre donne hanno bisogno di un piccolo supporto per riuscirci. Ecco che, quindi, entrano in gioco le IBCLC (Consulenti Professionali in Allattamento Materno), che aiutano le neo-mamme a interrompere questo processo così delicato rispettando le proprie emozioni, le proprie esigenze e quelle del loro bambino.
Qualunque sia la ragione che abbia portato alla scelta di interrompere l’allattamento non importa; ciò che bisogna tenere in considerazione, giunti a questo punto, è che è opportuno farlo gradualmente e senza stress per due motivi in particolare:
- evitare la formazione di ingorghi mammari che, alla lunga, potrebbero evolvere in mastiti; può essere utile, quindi, tirare il latte manualmente (o con un apposito tiralatte) tra una poppata e l’altra;
- evitare la sofferenza del piccolo per il quale, purtroppo, il distacco dal seno equivale pur sempre a un piccolo trauma che può essere vissuto in modo più o meno doloroso.
Ecco qualche consiglio utile per rendere la fine dell’allattamento il meno traumatico possibile, prevenendo qualunque sensazione negativa e dolorosa sia per la mamma, sia per il bambino.
Eliminare le poppate meno importanti
Interrompere l’allattamento in modo graduale significa, in primis, eliminare piano piano alcune poppate della giornata per arrivare, alla fine, a eliminarle del tutto. Per iniziare, soprattutto se si ha a che fare con un bambino sui due anni o più, si può prevenire la sua richiesta del seno (che, spesso, viene fatta per noia o per conforto); di conseguenza, è possibile anticipare i pasti, oppure si possono proporre al piccolo alcuni snack in più o, ancora, lo si può coinvolgere in giochi e attività divertenti per distogliere la sua attenzione dal cibo.
Eliminare la poppata notturna
Tendenzialmente, le poppate più difficili da eliminare sono quelle serali e notturne; per fortuna, qui può essere d’aiuto il papà, che può prendere il posto della mamma nella fase di addormentamento, in modo da abituare il bambino (sempre gradualmente) a prendere sonno senza più il supporto del seno della mamma. Ci vorrà del tempo, ma è solo questione di abitudine.
Evitare di offrire il seno se non viene richiesto
Il seno, si sa, è un ottimo metodo per calmare il bambino quando piange e ci sta, quindi, che la mamma lo proponga spontaneamente per placare la situazione. Tuttavia, questo atteggiamento va eliminato quando si decide di smettere di allattare, anche perché altrimenti non è possibile capire quando il bambino abbia realmente fame e quando, invece, richieda il seno solo per “capriccio”.
Ascoltare le esigenze del bambino
Con tanta pazienza e una buona dose di ottima volontà, è possibile smettere di allattare nell’arco di poche settimane; inizialmente il bambino potrebbe mostrarsi più nervoso e piangere di più ma, come già detto, è solo questione di abitudine. Ovviamente, il passaggio si rivela più semplice se il piccolo è effettivamente pronto ad abbandonare il seno: può capitare, infatti, che non lo sia e che manifesti il suo dolore svegliandosi spesso, piangendo in modo inconsolabile o non controllando più la pipì nonostante abbia abbandonato il pannolino.
Di fronte a questi atteggiamenti, è consigliato fermarsi e cambiare strategia o, se la situazione è ingestibile, fare un passo indietro e rimandare di qualche settimana/mese l’interruzione dell’allattamento.
No a trucchi e bugie
In passato, si consigliava alle mamme che intendevano interrompere l’allattamento di applicare sul seno sostanza acide o amare per spingere il bambino a non attaccarsi più; questo, in realtà, può rivelarsi controproducente, perché potrebbe lasciare nel piccolo un ricordo terribile dell’allattamento. Lo stesso vale se la mamma, per evitare che il bambino si attacchi, dovesse dirgli di provare dolore: il piccolo potrebbe sentirsi in colpa, pensando di essere lui la causa.
Tutti i motivi e i consigli finora elencati possono essere utili alle mamme per comprendere due aspetti importanti: non è necessario smettere di allattare del tutto (nonostante quello che possa dire la gente) e non bisogna farlo velocemente. Il processo ha due protagonisti, mamma e figlio, e bisogna tenere conto solo e soltanto dei loro bisogni e dei desideri.
Di conseguenza, se alla mamma iniziano a pesare le poppate del mattino e della sera può tranquillamente iniziare eliminando queste, per poi pensare a quelle successive; man mano che il bambino cresce, poi, si può ricorrere ad alternative e compromessi, come ritardare la poppata per giocare oppure stare attaccato al seno giusto il tempo di una canzoncina.
Insomma, le strategie per interrompere l’allattamento sono tante e tutte abbastanza efficaci, ma bisogna trovare quella migliore per il benessere, la salute e la tranquillità di mamma e figlio.
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