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Chirofert Plus 20 compresse

23,30
Chirofert Plus è un integratore di D-chiro-inositolo, acido alfa lipoico, manganese, vitamina D, cromo, melatonina e acido folico, coadiuvante in caso di sindrome dell'Ovaio Policistico, infertilità e di alterata qualità ovocitaria.

Inofolic HP 20 bustine

20,00
Inofolic HP è un integratore alimentare a base di myo-inositolo, alfa-lattoalbumina e acido folico utile per apportare una quota integrativa di tali sostanze e mantenere l'equilibrio fisiologico di donne in età fertile; normalizza il profilo metabolico e ormonale di donne affette dalla sindrome dell'ovaio policistico.

Kirocomplex 20 Compresse

28,50
Kirocomplex è un integratore alimentare a base di D-Chiro-Inositolo, Myo-Inositolo, Acido folico, Manganese, Vitamina D, Revifast® utile come supporto nel trattamento della Sindrome dell'Ovaio Policistico.

Tetrafolic 30 Capsule

9,90
Tetrafolic è un integratore alimentare che, grazie alla sua formulazione a base di Acido L-5-Metiltetraidrofolico, Vitamine del gruppo B, Myo-inositolo e Vitamina C, è particolarmente utile per:
  • prevenire il rischio di malformazioni fetali prima della gravidanza;
  • supportare l'organismo per la crescita del bambino;
  • il corretto sviluppo del bambino durante la gravidanza.

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Tetrafolic Myo 20 Bustine

15,90
Tetrafolic Myo è un integratore alimentare a base di Myo-inositolo, Magnesio, Acido Folico, Sali minerali e Vitamine, ideale da assumere durante e dopo la gravidanza nonché utile:
  • nei soggetti con sindrome dell'ovaio policistico (PCOS);
  • per la prevenzione del Diabete Gestazionale;
  • in caso di patologie correlate a insulino-resistenza.

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Per tutte le donne che decidono di diventare mamme può essere utile un supporto benefico per il proprio organismo, che contribuisca a predisporre il corpo ad accogliere una nuova vita. Gli integratori alimentari per fertilità femminile selezionati da CuraFacile si rivelano estremamente utili: non solo migliorano il metabolismo energetico, ma possono essere dei validi alleati nel trattamento della sindrome dell’ovaio policistico attraverso le loro composizioni a base di myo-inositolo, vitamine e acido folico

Integratori alimentari per fertilità femminile: composizione, come funzionano e a cosa servono

Se il corpo femminile è naturalmente predisposto per mettere al mondo una nuova vita, non sono così rari i casi in cui il concepimento risulta difficoltoso e non sempre immediato. A volte, l’organismo ha bisogno di supporto e incentivi, oltre che di uno stile di vita sano per essere totalmente pronto ad accogliere il nascituro e, non a caso, gli integratori alimentari possono fornire gli elementi necessari affinché questo avvenga:

  • D-chiro-inositolo: aiuta l’ovulazione in caso di Sindrome dell’Ovaio Policistico;
  • Acido alfa lipoico: utile nella Sindrome dell’Ovaio Policistico grazie alle sue proprietà antiossidanti;
  • Manganese: aiuta a mantenere in equilibrio il metabolismo di zuccheri e grassi, migliora il funzionamento del sistema nervoso, protegge le cellule dallo stress ossidativo e contribuisce positivamente alla fertilità femminile;
  • Cromo: una carenza o un’assenza di cromo può influire negativamente sul concepimento;
  • Melatonina: la presenza della melatonina migliora la qualità degli ovociti, riduce i radicali liberi all’interno dei follicoli e aumenta le possibilità di concepimento;
  • Acido folico: fondamentale per le donne in generale, incentiva la fecondazione soprattutto in presenza di cicli irregolari;
  • Myo inositolo: si trova per natura nell’apparato riproduttivo maschile, quindi il suo incentivo aumenta le probabilità di concepimento.

Cos’è l’infertilità femminile

Per infertilità femminile si intende una condizione fisica che ostacola la donna nella possibilità di concepire. Dal punto di vista medico, si può parlare di infertilità solo dopo 12 mesi di rapporti sessuali non protetti che non hanno portato ad alcuna gravidanza.

Spesso, infertilità e sterilità vengono usati come sinonimi, anche se il secondo termine indica l’impossibilità assoluta di poter concepire a causa di un fattore irremovibile e irrisolvibile; nel primo caso, invece, si possono mettere in pratica terapie e trattamenti per ottenere dei risultati.

Principali cause dell’infertilità femminile

L’infertilità femminile può avere diverse cause:

  • patologie uterine
  • età della paziente
  • alterazioni ormonali
  • alterazioni tubariche
  • malattie sistemiche o genetiche

Capita, inoltre, di non riuscire ad avere rapporti sessuali per via del vaginismo, un disturbo sessuale che influisce negativamente manifestandosi a livello fisico e psico-somatico.

Alterazioni ormonali

L’età fertile di una donna prevede delle azioni ormonali periodiche che regolano il ciclo mestruale e, quindi, la fertilità. Se si presentano alterazioni in tal senso, come nel caso della Sindrome dell’Ovaio Policistico o di disturbi della tiroide, il ciclo mestruale può scombussolarsi fino ad arrivare all’assenza di ovulazione.

Alterazioni tubariche

L’infertilità può essere causata da anomalie legate alla morfologia e alle funzionalità delle tube di Falloppio, ovvero gli organi che fanno incontrare i gameti femminili con quelli maschili. I danni a carico delle tube derivano solitamente da infezioni pelviche (come la Clamydia), ma anche da interventi chirurgici addominali, endometriosi, malformazioni congenite.

Patologie uterine

Anche alterazioni della struttura dell’utero possono interferire con la capacità di concepimento. Malformazioni congenite o acquisite possono ostacolare la gravidanza o causare aborti più o meno precoci.

Alterazioni della cervice uterina

Possono esserci anche alterazioni sia morfologiche, che funzionali ai danni della cervice uterina in grado di ostacolare il passaggio degli spermatozoi nelle tube verso l’utero.

Malattie sistemiche

Sono numerose le patologie sistemiche che possono interferire con il concepimento, come diabete mellito, disturbi della tiroide, malattie epatiche o renali.

Fattori nutrizionali

L’assunzione di sostanze stupefacenti, fumo e alcool, diete disordinate, stress, anoressia e obesità possono ostacolare il raggiungimento di una gravidanza.

Agenti esterni

Un’influenza negativa sul concepimento può derivare anche dall’esposizione a sostanze tossiche come pesticidi agricoli, solventi, vernici, radiazioni e temperature elevate.

Età della paziente

Con l’avanzare dell’età,  il patrimonio follicolare di ogni donna va pian piano diminuendo; questo comporta una riduzione delle probabilità di rimanere incinta. In genere, la fertilità femminile subisce un primo calo dopo i 32 anni e va scemando dopo i 37 anni, per poi esaurirsi con l’arrivo della menopausa.

Infertilità femminile: diagnosi e trattamento

L’infertilità femminile può essere diagnosticata per tempo, in modo da scovarne le cause scatenanti e potervi porre rimedio (nei limiti del possibile). Gli accertamenti che possono essere effettuati sono:

  • dosaggi ormonali: hanno lo scopo di valutare la riserva ovarica, e quindi la quantità di ovociti presenti nel corpo femminile;
  • tampone vaginale: permette di rilevare eventuali infezioni a carico di vagina e collo dell’utero;
  • ecografia pelvica transvaginale: valuta l’anatomia dell’apparato riproduttivo femminile, rilevando la presenza di alterazioni o malformazioni;
  • isterosonografia: consente di valutare le condizioni della cavità uterina attraverso l’iniezione di una soluzione salina sterile al suo interno;
  • ecografia 3D dell’utero: esamina il volume delle viscere, permettendo di rilevare eventuali malformazioni congenite;
  • isterosalpingografia: serve a valutare la pervietà tubarica e riconoscere eventuali patologie congenite o acquisite relative all’utero;
  • isteroscopia: è una tecnica endoscopica che, attraverso una telecamera inserita nella cavità uterina, permette al medico di avere una visione interna diretta e, quindi, di riconoscere immediatamente eventuali patologie presenti;
  • laparoscopia: è una tecnica chirurgica mirata a osservare l’addome dall’interno tramite uno strumento a fibre ottiche collegato a una telecamera. Così facendo, è possibile analizzare l’anatomia dell’utero, la funzionalità delle tube e la presenta di eventuali malformazioni.

Dopo aver accertato la causa dell’infertilità, sarà il medico a prescrivere la terapia più indicata per migliorare le condizioni e rendere più agevole il concepimento. In ogni caso, ogni donna può autonomamente prestare maggiore attenzione al quotidiano attraverso piccoli accorgimenti:

  • valutare compatibilità cure/gravidanza: i soggetti affetti da diabete, ipertensione, disturbi della tiroide si sottopongono a terapia farmacologiche che potrebbero incidere negativamente sulla buona riuscita di una gravidanza;
  • assumere acido folico: rincarare la dose almeno un mese prima del concepimento è di grande aiuto;
  • smettere di fumare: il fumo può causare gravidanze ectopiche o patologie nel nascituro;
  • evitare il consumo di alcolici e sostanze stupefacenti;
  • svolgere regolare attività fisica: aiuta a controllare il peso e a raggiungere un buono stato di salute;
  • evitare l’esposizione a sostanze tossiche: è necessario tenersi alla larga da mercurio e pesticidi, ma anche da cosmetici, detersivi e prodotti di bellezza che potrebbero rivelarsi nocivi;
  • alimentazione equilibrata: il corpo femminile deve essere in grado di nutrire se stesso e un’altra vita, quindi è importante prestare attenzione ai cibi ingeriti, in modo che siano ricchi di sali minerali, vitamine e acido folico;
  • compensare con integratori alimentari: inoltre, gli integratori alimentari possono fornire all’organismo alcuni elementi fondamentali per migliorare le probabilità di concepimento, ma è sempre consigliato parlarne con il proprio medico di fiducia prima di iniziare una terapia.