Nel mondo dello sport le lesioni muscolari sono praticamente all’ordine del giorno, tanto che la loro incidenza oscilla tra il 10% e il 55% di tutti i traumi da sport. Le lesioni possono essere causate sia da traumi diretti, molto frequenti negli sport da contatto come rugby e pallacanestro, sia da traumi indiretti, diffusi negli sport individuali come tennis e atletica leggera.

Quando si subisce un trauma diretto, la forza agisce sul muscolo schiacciandolo contro i piani profondi, quindi il danno può variare da una semplice contusione a una rottura muscolare; quando, invece, si ha a che fare con un trauma indiretto, è possibile incorrere in una disfunzione neuro-muscolare come un brusco allungamento passivo del muscolo oppure una contrazione eccessivamente rapida del ventre muscolare.
Tipologie di lesioni muscolari e gravità
Le lesioni muscolari possono essere suddivise in varie tipologie, a seconda del tipo di danno subìto e della sua gravità:
- elongazione;
- distrazione;
- stiramento e strappo.
In particolare, le lesioni possono essere classificate in base ai livelli anatomo-patologici di gravità, cioè tenendo conto della quantità di fibre muscolari coinvolte:
- I grado: vengono lesionate solo alcune fibre e il dolore si manifesta solo in fase di contrazione del muscolo. Dura circa una settimana e non necessita di alcuna terapia;
- II grado: anche in questo caso vengono lesionate solo alcune fibre ma, oltre al dolore che va aumentando nel corso dei giorni seguenti, compare anche un ematoma. É necessario localizzare la lesione e definire un buon piano terapeutico;
- III grado: è la lesione più grave, perché vengono coinvolte tutte le fibre muscolari. Di conseguenza, il soggetto colpito manifesta dolore acuto, ematoma e impossibilità di movimento, il che richiede terapie specifiche.
Classificazione delle lesioni muscolari
Le lesioni muscolari, nel corso della storia, sono state classificate in base a criteri variabili; in pratica, diversi medici hanno proposto la loro personale classificazione tenendo conto di fattori differenti. Di seguito riportiamo alcune delle principali:
Classificazione di Reid
Nel 1992, Reid ha suddiviso le lesioni muscolari indirette in lesioni da esercizio fisico, contusione (che può essere lieve, moderata o grave) e strappo muscolare; in particolare, di quest’ultimo ha riconosciuto tre gradi:
- strappo muscolare lieve o di I grado: il danno strutturale è minimo, quindi si ha una piccola emorragia che guarisce in breve tempo;
- strappo muscolare moderato o di II grado: si ha una rottura parziale, che comporta una perdita funzionale precoce;
- strappo muscolare severo o di III grado: avviene una rottura completa e potrebbe essere necessario l’intervento chirurgico.
Classificazione di Muller – Wohlfahrt
Sempre nel 1992, Muller e Wohlfahrt hanno distinto le lesioni tenendo conto dell’unità strutturale interessata. Vengono, così, classificate in:
- stiramento muscolare senza rotture di fibre;
- strappo della fibra muscolare;
- strappo del fascio muscolare;
- strappo muscolare.
Inoltre, hanno apportato un’ulteriore suddivisione dei traumi indiretti in base al livello di gravità:
- contrattura: consiste in un’alterazione del tono muscolare che comporta dolore e che difficilmente può essere localizzata;
- stiramento: prevede un’alterazione funzionale delle miofibrille e si manifesta nel corso dell’attività sportiva con ipertono e dolore localizzato;
- strappo: si tratta della lacerazione di un certo numero di fibre muscolari e comporta dolore acuto e violento durante l’attività sportiva.
Sintomi delle lesioni muscolari
In base alla tipologia e al trauma, i sintomi che accompagnano le lesioni muscolari possono essere diversi e variano da soggetto a soggetto. Tendenzialmente, le manifestazioni più comuni sono:
- gonfiore;
- bruciore;
- lividi;
- arrossamenti;
- dolore a riposo;
- dolore in fase di attività;
- debolezza;
- difficoltà motoria;
- febbre.
Sia in caso di trauma diretto, sia in presenza di trauma indiretto, dato che il tessuto muscolare interessato è particolarmente vascolarizzato, si può formare un ematoma:
- intramuscolare: l’ematoma è circondato da una fascia muscolare intatta e si manifesta con dolore e impotenza funzionale;
- intermuscolare: l’ematoma coinvolge gli spazi interfasciali e interstiziali.
Per quanto riguarda il dolore, invece, nonostante sia molto soggettivo (alcune persone hanno una soglia del dolore più bassa di altri), rimane comunque un fattore comune e molto importante per rilevare la gravità della situazione.

Se il soggetto colpito è un atleta, il dolore è di tipo muscolo-scheletrico, quindi profondo, che si origina nelle strutture miofasciali, tendinee, capsulari, legamentose, osteoperiostite e articolari.
Come diagnosticare le lesioni muscolari
Per poter ottenere una diagnosi di lesione muscolare è opportuno rivolgersi a un medico che, sulla base dei sintomi del paziente e con il supporto di esami e test specifici, potrà esprimere un parere e suggerire un eventuale iter terapeutico. In particolare, si eseguono:
- anamnesi ed esame obiettivo: si raccolgono tutte le informazioni utili per risalire all’origine del trauma e i sintomi manifestati dal paziente;
- ecografia: permette di ottenere un quadro completo della condizione muscolare;
- risonanza magnetica: consente di avere immagini più oggettive e dettagliate della lesione.
Come prevenire le lesioni muscolari
Incorrere in lesioni muscolari è molto comune, soprattutto tra gli atleti, quindi evitarle del tutto può risultare davvero difficile. Di contro, però, è possibile mettere in pratica delle sane abitudini per prevenirle:
- riscaldarsi prima di qualsiasi attività sportiva;
- seguire un’alimentazione equilibrata;
- idratarsi adeguatamente;
- utilizzare abbigliamento e attrezzature adeguati all’attività svolta;
- assumere integratori alimentari per rafforzare articolazioni, ossa e muscoli.